Avete provato a parlare della vostra situazione a delle persone care, ma non vi siete sentiti ascoltati e capiti come avreste voluto? Alcuni sembrano disinteressati, altri sembrano addirittura infastiditi e cercano di sminuire voi e quello che sentite, altri ancora dopo un ascolto superficiale, offrono soluzioni materiali e semplicistiche, "fai cosi', non fare cosi'". E' qui che entra in gioco la relazione d'aiuto con un professionista empatico. Nello Spazio Sicuro che si crea nella relazione d'aiuto, avvengono a volte dei veri e propri "miracoli". E' incredibile come sentirsi capiti veramente, compresi e guidati delicatamente possa farci stare meglio, e far emergere in noi stati d'animo di tale bellezza, che non pensavamo piu' fosse possibile sperimentare.


L'approccio non-direttivo, usato nel Counseling Psicobioligico:

Carl Rogers, uno dei piu' grandi psicologi esistiti, si rese presto conto che, a contrario di quello che ci si aspetterebbe, il cliente non ha tanto bisogno di consigli, di cosa fare o cosa non fare, perche' questo tipo di approccio e' piu' adatto a lavori tecnici e materiali, ma non alle relazioni umane. Se il cambiamento viene imposto da una persona esterna, e lo si segue, si possono anche avere benefici, ma sono in genere temporanei, perche' non sono sorti da dentro, bensi' sono stati trasferiti da fuori piu' o meno forzatamente e in qualche modo il nostro Io li rigetta. Salvo rari casi, il miglioramento avviene da dentro (al cliente) a fuori (la sua vita), e non da fuori (il terapeuta) verso il cliente.

Quello che il Counselor deve fare e' creare insieme al cliente uno spazio sicuro, e qui stabilire una relazione d'aiuto. Nella relazione d'aiuto, il cliente, grazie anche alla sensibilita' e alla comprensione profonda offerta dal counselor, si conosce in un modo nuovo, che prima non si era mai concesso. Il cliente si permette, eventualmente, liberarsi da strutture opprimenti, di evolvere come persona, e di conseguenza cio' che vive, ma solo quando lo sente da dentro, e non perche' qualcuno glielo ha, piu' o meno forzatamente, suggerito dall'esterno. Ovviamente questo non significa che il counselor stia seduto ad ascoltare passivamente, c'e' molto di piu. E' infatti bene precisare che l'approccio non direttivo, pur non usando direttive, ha una direzione. Che e' il benessere totale del cliente.